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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-05-13 ad oggi 2010-05-13 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

13 maggio 2010 Dal Cipe l'ok a opere e piani di investimento per 17 miliardi

Dal Cipe l'ok a opere e piani di investimento per 17 miliardi Ha mantenuto tutte le promesse il Cipe che stamattina ha approvato opere e piani di investimento per circa 17 miliardi.

Il comitato interministeriale ha dato il via libera a 11 convenzioni autostradali che comportano investimenti totali per 9 miliardi, ha approvato il contratto di programma per gli investimenti Fs da 4,8 miliardi, ha reso operativa la prima tranche del piano di edilizia scolastica da 358 milioni, ha approvato progetti e fondi per tre grandi opere della legge obiettivo complessivamente da un miliardo, ha avviato a soluzione il problema dei fondi per la manutenzione di Anas e Fs, che erano stati azzzerati dalla finanziaria e ora saranno rifinanziati con 560 milioni del residuo fondo infrastrutture alimentato dal Fas (fondo aree sottoutilizzate).

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Opere ferroviarie. Per le Fs la definitiva approvazione del contratto di programma consente di scongelare fondi per un totale di 4,8 miliardi. La chiusura di questo dossier permette, inoltre, di avviare grandi opere ferroviarie finanziate solo per alcuni lotti parziali, come il terzo valico Milano-Genova e la linea ad alta velocità Treviglio-Brescia. Sblocco di fondi già stanziati anche per la prima tranche del piano di manutenzione straordinaria sul patrimonio scolastico. Vale 358 milioni e ha avuto la settimana scorsa l'ok dalla conferenza unificata stato-regioni-città. Una destinazione nuova di zecca, ma con risorse Fas già attribuite al fondo infrastrutture, è quella dei 560 milioni per le manutenzioni di strade e ferrovie.

13 maggio 2010 Sbloccate opere per 11 miliardi. Il ministero delle Infrastrutture parla di opere per 11 miliardi sbloccate ma in questi conti dipende sempre da cosa si include e cosa no. Il dato ministeriale non comprende i 4,8 miliardi del piano Fs, mentre occorre ricordare che il rinnovo delle convenzioni autostradali diverrà pienamente operativo con un decreto interministeriale Tremonti-Matteoli. Congelato per quattro mesi e slittato di ora in ora nelle ultime tre settimane, il comitato interministeriale ha risolto praticamente tutte le questioni infrastrutturali che aveva sul suo tavolo tranne la distribuzione dei 14 miliardi Fas ai piani regionali del Mezzogiorno e il finanziamento del piano delle piccole opere richiesto dall'Ance.

La manovra – che punta a rilanciare gli investimenti pubblici – non prevede risorse aggiuntive del Tesoro. L'intervento del Cipe ha sbloccato invece piani di investimento "privati" e cospicue risorse pubbliche stanziate nel corso del 2009 che erano rimaste incagliate nella defatigante corsa a ostacoli della procedura di approvazione dei piani e delle opere.

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

…..

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-05-13 ad oggi 2010-05-13

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il SOLE 24 ORE

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2010-05-13

Dal Cipe l'ok a opere e piani di investimento per 17 miliardi

di Giorgio Santilli

13 maggio 2010

Dal Cipe l'ok a opere e piani di investimento per 17 miliardi

Ha mantenuto tutte le promesse il Cipe che stamattina ha approvato opere e piani di investimento per circa 17 miliardi. Il comitato interministeriale ha dato il via libera a 11 convenzioni autostradali che comportano investimenti totali per 9 miliardi, ha approvato il contratto di programma per gli investimenti Fs da 4,8 miliardi, ha reso operativa la prima tranche del piano di edilizia scolastica da 358 milioni, ha approvato progetti e fondi per tre grandi opere della legge obiettivo complessivamente da un miliardo, ha avviato a soluzione il problema dei fondi per la manutenzione di Anas e Fs, che erano stati azzzerati dalla finanziaria e ora saranno rifinanziati con 560 milioni del residuo fondo infrastrutture alimentato dal Fas (fondo aree sottoutilizzate).

Sbloccate opere per 11 miliardi. Il ministero delle Infrastrutture parla di opere per 11 miliardi sbloccate ma in questi conti dipende sempre da cosa si include e cosa no. Il dato ministeriale non comprende i 4,8 miliardi del piano Fs, mentre occorre ricordare che il rinnovo delle convenzioni autostradali diverrà pienamente operativo con un decreto interministeriale Tremonti-Matteoli. Congelato per quattro mesi e slittato di ora in ora nelle ultime tre settimane, il comitato interministeriale ha risolto praticamente tutte le questioni infrastrutturali che aveva sul suo tavolo tranne la distribuzione dei 14 miliardi Fas ai piani regionali del Mezzogiorno e il finanziamento del piano delle piccole opere richiesto dall'Ance.

La manovra – che punta a rilanciare gli investimenti pubblici – non prevede risorse aggiuntive del Tesoro. L'intervento del Cipe ha sbloccato invece piani di investimento "privati" e cospicue risorse pubbliche stanziate nel corso del 2009 che erano rimaste incagliate nella defatigante corsa a ostacoli della procedura di approvazione dei piani e delle opere.

Opere ferroviarie. Per le Fs la definitiva approvazione del contratto di programma consente di scongelare fondi per un totale di 4,8 miliardi. La chiusura di questo dossier permette, inoltre, di avviare grandi opere ferroviarie finanziate solo per alcuni lotti parziali, come il terzo valico Milano-Genova e la linea ad alta velocità Treviglio-Brescia. Sblocco di fondi già stanziati anche per la prima tranche del piano di manutenzione straordinaria sul patrimonio scolastico. Vale 358 milioni e ha avuto la settimana scorsa l'ok dalla conferenza unificata stato-regioni-città. Una destinazione nuova di zecca, ma con risorse Fas già attribuite al fondo infrastrutture, è quella dei 560 milioni per le manutenzioni di strade e ferrovie.

Proprio sul fondo infrastrutture, che ancora deve distribuire 1,42 miliardi degli 11,2 disponibili dal giugno 2009, sono stati definiti i criteri per selezionare le opere in attesa dei fondi. A candidarsi alle risorse ancora disponibili ci sono infatti interventi che superano i tre miliardi. Il Cipe ha individuato alcune categorie di opere che avranno la precedenza assoluta nella ripartizione delle risorse: le manutenzioni urgenti, le opere idrauliche in ambito urbano, le opere di trasporto urbano.

Le altre opere. Sulle convenzioni autostradali il Cipe ha espresso un parere. Fra le altre c'è la Sat, concessionaria dell'autostrada tirrenica: il nulla osta per il rinnovo consentirà il sostanziale via libera agli aspetti giuridici e finanziari della Grosseto-Civitavecchia. Le altre dieci concessionarie vistate sono l'autostrada ligure-toscana, le autostrade valdostane, le autostrade dei fiori, la strada dei parchi, la Torino-Savona, la Sitaf, l'Erav, le autostrade meridionali, la tangenziale di Napoli, la Cisa. Dei 9 miliardi complessivi di investimenti previsti dai relativi piani, 8,3 miliardi riguardano nuove infrastrutture, mentre 700 milioni sono relative a opere riprogrammate.

I singoli progetti della legge obiettivo approvati sono la Rho-Gallarate (400 milioni), la viabilità del porto di Ancona (480 milioni), una galleria della Salerno-Reggio Calabria (110 milioni) e le metropolitane milanesi M2 e M3 (1,37 miliardi).

Maggiori particolari nell'edizione cartacea del Sole 24 Ore di domani, venerdì 14 maggio

Al via cantieri per 17 miliardi

Al prossimo Cipe anche un piano da 350 milioni per la sicurezza delle scuole

Matteoli: sarà il Cipe a rilanciare i fondi per le infrastrutture

13 maggio 2010

 

 

 

 

 

Mille nuovi treni ai pendolari

di Nicoletta Cottone

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13 Maggio 2010

"Dai nostri archivi"

Dalle accise su benzina e gasolio risorse per i treni pendolari

Forum sulla sicurezza stradale: in arrivo l'obbligo di casco in bici sotto i 14 anni

Il ddl intercettazioni slitta, sulla privacy nuova proposta Pdl

Incidente ferroviario vicino a Bruxelles, almeno 20 morti

Dossier Legambiente sui pendolari: l'alta velocità non rallenti i treni locali

Mille treni per i pendolari. La commissione Trasporti della Camera ha approvato all'unanimità il testo di una proposta di legge che consente l'acquisto di mille treni con lo scopo di rinnovare il materiale rotabile per il trasporto dei pendolari. La prossima settimana il provvedimento, che attende il parere della commissione Bilancio sulla copertura, sarà esaminato in commissione in sede redigente per poi ricevere il via libera dall'aula di Montecitorio. "È un tema molto sentito da milioni di cittadini - sottolinea Michele Meta, capogruppo del Pd in commissione e relatore del provvedimento - su cui maggioranza e opposizione hanno trovato la quadra, con il parere positivo del governo". L'obiettivo comune é stato quello di dare una risposta a chi oggi, pur utilizzando il trasporto più rispettoso dell'ambiente e del territorio, si trova a viaggiare su treni vecchi e inadeguati, che trasformano il tragitto casa-lavoro o casa-scuola in un inferno quotidiano.

Il provvedimento, due articoli in tutto, proposto da 31 onorevoli dell'opposizione, prevede a decorrere dal 2011 - a meno di modifiche in sede redigente - un contributo quindicennale a Ferrovie dello Stato spa di 300 milioni l'anno finalizzato all'acquisto di nuovi treni destinati al trasporto di passeggeri. In tutto, dunque, 4,5 miliardi di euro, che saranno coperti tramite un aumento di 10 euro ogni mille litri delle aliquote di accisa, ovvero 10 euro per mille chili qualora si tratti di aliquota di accisa su gas di petroli o liquefatti usati come carburanti. L'importo sarà assegnato annualmente a un Fondo per il rinnovo del materiale rotabile del ministero delle Infrastrutture.

Sarà poi, ogni anno, un decreto Infrastrutture, di concerto con l'Economia, sentita la Conferenza Stato-Regioni, a fissare, entro il 15 marzo di ogni anno, gli interventi da finanziare con le risorse a disposizione, nell'ambito del trasporto pubblico locale interregionale, regionale e locale. In particolare il rinnovo interesserà prioritariamente le tratte a più intenso traffico pendolare, considerando anche l'entità complessiva del traffico passeggeri delle singole tratte e facendo attenzione a una equilibrata distribuzione delle risorse nelle diverse aree territoriali. "Il provvedimento - sottolinea Meta - é anche una boccata d'ossigeno per le industrie del settore".

13 Maggio 2010

 

 

 

Freno ambientale all'energia Parte la linea Sicilia-Calabria

di Jacopo Giliberto

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13 Maggio 2010

"Dai nostri archivi"

Niente via per l'energia

Al via cantieri per 17 miliardi

Il Cipe sblocca opere per 8,8 miliardi

Ambiente: "Chi non inquina paga meno tasse"

Il fotovoltaico a rischio bolla

Una grande opera energetica si sblocca. È la linea di alta tensione tra Sicilia e Calabria. "Terna potrebbe già cominciare ad aprire i cantieri e posare la linea", annuncia Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente. Ma se una parte, altre grandi infrastrutture energetiche restano ferme. Sono quelle che ci fanno pagare la corrente più salata d'Europa. "Quando altre amministrazioni pubbliche si mettono di traverso, quando le aziende che propongono i progetti tardano a presentare gli aggiornamenti, non possiamo fare sconti", osserva Prestigiacomo.

Il caso della linea di alta tensione tra Sicilia e Calabria è il più spinoso. Quella linea permetterà di far affluire in Sicilia (la regione con la corrente elettrica più cara al mondo) i chilowattora prodotti in Calabria (la regione con i prezzi elettrici più bassi). A titolo di esempio: ieri alla Borsa elettrica per le forniture di energia che saranno fatte oggi, giovedì, le centrali siciliane incasseranno la bellezza di un prezzo massimo arrivato a 210 euro per mille chilowattora quando il prezzo massimo per oggi nel resto d'Italia è di 64 euro (50,7 euro di media). Per compensare la pazzia siciliana salgono tutti i prezzi alla Borsa elettrica. Se ci fosse il cavo, la corrente costerebbe in media due euro in meno, 48 invece di 50 euro. Questo divario è pagato da tutti i cittadini. Da tutte le imprese.

Finalmente quel cavo ha avuto lo sblocco finale. Approvato dalla commissione di valutazione di impatto ambientale un anno fa, firmato il decreto di Via l'estate scorsa (quattro mesi di attesa, altri milioni di costo pagato dagli italiani), poi tutto si è fermato di nuovo perché qualche sindaco si è opposto. La conferenza autorizzatoria al ministero dello Sviluppo economico si è paralizzata per qualche ritocco da aggiungere a posteriori al progetto. E intanto altri milioni sono stati pagati dagli italiani sulla bolletta elettrica.

L'elenco è lungo. Aspettano i collegamento tra Padova e Marghera, tra Foggia e Benevento, tra Udine e Redipuglia, e quella che entra negli annali delle incompiute fra Trino Vercellese e Lacchiarella, alle porte di Milano. E tante altre. Se Terna riuscisse a posare queste linee avremmo la corrente a prezzi europei.

"Su 165 opere energetiche esaminate dal ministero dell'Ambiente dal luglio 2008 fino al 12 maggio 2010 – spiega Prestigiacomo – i dati non si prestano a equivoci: abbiamo concluso 132 procedimenti. Ne restano attivi altri 33 su cui, evidentemente, ci sono problemi. A volte manca qualche adempimento. In altri casi – aggiunge il ministro – i progetti non sono rispettosi dell'impatto ambientale. Ho l'orgoglio di rivendicare il fatto che il ministero ha ricuperato livelli di efficienza che non c'erano mai stati".

Specifica Antonio Costato, vicepresidente della Confindustria per l'energia e il mercato, osserva però che "è preoccupante il fatto che, nonostante provvedimenti straordinari e l'azione di "moral suasion", ancora oggi si riscontrino i ritardi autorizzativi".

13 Maggio 2010

 

 

 

 

 

Basf: "Non interessati allo

stabilimento Fiat di Termini"

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13 maggio 2010

 

"I dati 2009 di Basf in Italia" non sono di certo esaltanti, ma considerando la crisi e l'incertezza del contesto la situazione è solida. Il 2010 sarà sicuramente migliore". Così a Radiocor il numero uno di Basf Italia, Erwin

Rauhe, che è anche responsabile del Business Center Europe South del gruppo tedesco. L'anno scorso Basf ha registrato nel nostro Paese un fatturato in calo del 10% sul 2008 nel settore chimico a oltre 1,24 miliardi di euro (su un mercato della chimica sceso nel periodo del 14%), mentre il fatturato a terzi é diminuito del 42% a 2,2 miliardi a seguito della flessione del 61% della divisione Petrolio e Gas. La redditività é scesa l'anno scorso, ma i conti sono rimasti in nero.

 

"Il 2010 sarà un anno di transizione - aggiunge Rauhe - continueremo a seguire una rigida disciplina di costi, ma nutriamo fiducia nelle prospettive poiché intravediamo una sia pur lenta uscita dalla crisi dei nostri clienti. Pensiamo di crescere a un ritmo superiore a quello globale".

Nei primi quattro mesi di quest'anno il settore chimico di Basf in Italia "è cresciuto di ben oltre il 30% - prosegue Rauhe - anche se va tenuto conto che ci confrontiamo con un inizio 2009 debole, ma mantenere questo ritmo sarà abbastanza utopico. Negli altri settori il progresso è lieve, per esempio nel petrolio e gas. Nell'auto siamo presenti con ottimi numeri rispetto ai fornitori dei marchi premium stranieri, mentre siamo un pò più deboli sui mass producer, ma ci aiuta moltissimo la forte ripresa e la chiarissima strategia del gruppo Fiat, con cui stiamo lavorando estremamente bene e stiamo cercando di intensificare i rapporti".

Alla domanda se Basf possa avere interesse per lo stabilimento di Termini Imerese, Rauhe risponde negativamente in quanto si tratta "di un impianto industriale destinato all'assemblaggio di autovetture, un'attività dove non siamo presenti". In Italia Basf ha ordini "fino alla pausa estiva", ma anche in questo caso "non é possibile fare previsioni per l'intero

2010. I primi 6 mesi ci fanno ben sperare, ma va visto dopo l'estate".

In Italia, uno dei maggiori mercati per il gruppo tedesco, Basf possiede 9 società e 14 siti e conta 1.600 addetti. L'anno scorso per alcune divisioni di Basf in Italia si é ricorso a periodi, comunque limitati, di cassa integrazione, che quest'anno però viene decisamente esclusa da Rauhe. L'integrazione con Ciba, la società elvetica la cui acquisizione é stata formalizzata dal gruppo di Ludwigshafen nell'aprile 2009, é stata conclusa anche in Italia, dove "sono andati persi circa una sessantina di collaboratori dell'ex Ciba", ha indicato Rauhe, che al Governo italiano rivolge un appello "per una politica infrastrutturale ed energetica molto più efficace di quella attuale per rendere più competitivo il sistema Paese, una riduzione della burocrazia e una certezza del diritto in quanto uno dei maggiori problemi italiani, sopratutto a livello internazionale, sono i tempi biblici della nostra giustizia".

L'Italia fa parte del Business Center Europe South di Basf, che include 26 società e 35 siti, di cui 23 produttivi, 4mila posti di lavoro e copre circa il 7% del fatturato consolidato del gruppo.

13 maggio 2010

 

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